Onorevoli Colleghi! - L'endometriosi è una malattia cronica e complessa, originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell'utero, denominato «endometrio», in altri organi quali ovaie, tube, peritoneo, vagina e che provoca sanguinamenti interni, infiammazioni croniche e tessuto cicatriziale, aderenze e infertilità. Ogni mese, sotto gli effetti degli ormoni del ciclo mestruale, il tessuto endometriale impiantato in sede anomala va incontro a sanguinamento, nello stesso modo in cui si verifica a carico dell'endometrio normalmente presente nell'utero. Tale sanguinamento comporta un'irritazione dei tessuti circostanti, la quale dà luogo a formazione di tessuto cicatriziale e di aderenze.
      L'endometriosi è spesso dolorosa (nel 60 per cento dei casi circa) fino ad essere invalidante, con sintomi molto caratteristici: dolore pelvico cronico, soprattutto durante il ciclo mestruale (o in concomitanza con lo stesso), dolore ovarico intermestruale, dolore all'evacuazione. Ci sono anche altri sintomi, non meno significativi: dolore durante e dopo l'atto sessuale (64 per cento), infertilità (30/35 per cento), aborti spontanei, affaticamento cronico, periodi di stipsi alternati a diarrea. Questi ultimi sintomi vengono molto spesso associati a una diagnosi di

 

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«colon irritabile» in quanto i sintomi di entrambe le malattie sono simili tra loro.
      Attualmente, in Italia sono circa 3 milioni, in Europa 14 milioni e nel mondo 140 milioni le donne che soffrono a causa di questa malattia. La diagnosi è spesso lunga e complessa e infatti passano in media 8-9 anni prima che l'endometriosi sia correttamente diagnosticata. E sono anni di sofferenza in cui si susseguono visite specialistiche, ecografie e accertamenti a volte anche invasivi per scoprire l'origine di quei dolori intensi.
      Già nel 2004 il Parlamento europeo aveva invitato i Governi nazionali degli Stati membri e la Commissione europea a creare maggiore «consapevolezza riguardo all'endometriosi» e per questo, nel 2006, l'Unione europea aveva fatto svolgere un'indagine conoscitiva sulla malattia.
      Diverse sono le teorie circa la causa dell'endometriosi e nessuna di queste sembra essere la risposta definitiva.
      Una prima ipotesi potrebbe essere quella della mestruazione retrograda: secondo questa teoria, durante la mestruazione piccole parti di tessuto endometriale si muovono in senso inverso nelle tube per poi impiantarsi nell'addome. Secondo alcuni esperti la mestruazione retrograda è presente in tutte le donne, ma solo nelle donne affette da endometriosi, a causa di difetti immunitari od ormonali ovvero dell'aumento dell'attività infiammatoria nel liquido peritoneale, il tessuto endometriale riesce a radicarsi e a crescere.
      Un'altra teoria propende per la distribuzione nelle diverse aree del corpo del tessuto endometriale attraverso il sistema linfatico e sanguigno.
      Secondo la genetica, invece, la malattia può essere trasmessa dalle donne della stessa famiglia attraverso il genoma ovvero alcune famiglie possono avere fattori predisponenti all'endometriosi.
      Un'altra teoria ipotizza che tessuto residuo del periodo embrionale possa successivamente trasformarsi in tessuto endometriosico o che alcuni tessuti dell'adulto mantengano la capacità che avevano durante la vita embrionale di trasformarsi, in determinate circostanze, in tessuto riproduttivo.
      Terapie definitive per la cura dell'endometriosi a tutt'oggi non sono ancora state trovate.
      A seconda dei casi, dell'età della donna, del grado di dolore, del desiderio di maternità e della gravità delle lesioni si procede in diversi modi:

          1) riducendo la presenza degli estrogeni in modo da frenare lo sviluppo dell'endometriosi e provocando, quindi, una menopausa artificiale tramite gli antagonisti del Gnrh (Gonadotropin Releasing Hormone) i quali, simulando una menopausa artificiale, bloccano il ciclo mestruale temporaneamente. Gli effetti collaterali (non sempre presenti) sono i classici effetti della menopausa: vampate di calore, aumento di peso, sudorazione notturna, irritabilità, perdita di calcio;

          2) somministrando estroprogestinici combinati (pillola anticoncezionale, anello vaginale) i quali possono dare, come effetti indesiderati, nausea, cefalea, secchezza vaginale, calo del desiderio sessuale;

          3) intervenendo con la terapia chirurgica, che può essere di tipo esplorativo e diagnostico (laparoscopia esplorativa) e di tipo interventistico (laparoscopia o laparotomia);

          4) intervenendo, per così dire, «a monte», sugli stili alimentari delle pazienti. Un posto di rilievo nel trattamento della malattia è, infatti, occupato dalla corretta alimentazione: diversi studi scientifici hanno dimostrato come l'assunzione o meno di determinati alimenti possa avere effetti significativi, in particolare concorrendo a ridurre fino al 40 per cento il rischio di endometriosi per le donne che consumano più frutta e verdura. Nelle donne che, viceversa, consumano grandi quantità di carne rossa (manzo, prosciutto), si osserva un aumento del rischio relativo pari all'80-100 per cento.

      La presente proposta di legge si compone di sette articoli: l'articolo 1 prevede

 

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la qualificazione dell'endometriosi come malattia sociale. L'articolo 2 istituisce, presso l'Istituto superiore di sanità, il Registro nazionale sull'endometriosi, per la raccolta e l'analisi dei dati clinici e sociali. L'articolo 3 definisce le linee guida sull'endometriosi, mentre l'articolo 4 prevede le funzioni delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano in materia di prevenzione. Infine, gli articoli 5, 6 e 7 prevedono, rispettivamente, l'istituzione della «Giornata nazionale per la lotta contro l'endometriosi», la presentazione di una relazione annuale al Parlamento in tema di endometriosi nonché la copertura finanziaria.
 

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